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Alla riscoperta delle ferrovie dimenticate

Un locomotore della Voghera-Varzi
Domenica 4 marzo è la «Giornata nazionale delle ferrovie dimenticate». A organizzare l'evento è la Confederezione per la mobilità dolce che propone una serie di itinerari alla riscoperta delle vecchie strade ferrate in disuso o addirittura smantellate. Il programma della giornata è molto ricco e riguarda molte regioni italiane (per il dettaglio ecco il link). Fra l'altro è prevista anche una escursione naturalistica su una parte del tracciato della vecchia ferrovia Voghera-Varzi che collegava alle due stazioni di testa tutti i centri della Valle Staffora. Ne parlo perché mi trovo a poco più di un chilometro dalla vecchia stazione di Salice Terme e mio nonno, che si chiama Attilio pure lui, è stato capostazione a Godiasco. Decisione scellerata quella di abbandonare la strada ferrata a vantaggio degli autobus, nel 1966. Oltre al servizio di collegamento con i piccoli centri della valle, con tre raccordi alle ferrovie per Milano, Piacenza e Alessandria, la Voghera-Varzi si sarebbe potuta sfruttare in chiave turistica, come accade con decine di piccole strade ferrate in Svizzera e Austria che rendono accessibili (e interessanti) luoghi altrimenti dimenticati da Dio.
Di nuovo c'è che purtroppo sono state soppresse di recente altre due ferrovie storiche: la Sulmona-Castel di Sangro, la più alta ferrovia italiana e la Mortara-Casale-Asti. Decisioni che fanno a pugni con l'obiettivo di una mobilità sostenibile. Ma questo è lo specchio di un'Italia sgangherata che si ritrova a fare l'opposto di quel che andrebbe fatto. Non solo nei palazzi del potere, dunque. 

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